cartello eventi 2013

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VII EDIZIONE

LA DEGUSTAZIONE - IL CIBO MEDIOEVALE

Cucina Medievale
I primi scritti che parlano di cucina risalgono al XII secolo e
oltre a descrivere più o meno minuziosamente processi di cottura e
ricette, forniscono anche utili informazioni circa l'architettura e
gli strumenti più comuni in cucina. Il cuoco del 1200 non disponeva di
forni elettrici o pratici frullatori, ma doveva accontentarsi di
fiamma e brace, lunghi mestoli, rozzi coltelli, e naturalmente
dell'onnipresente mortaio, indispensabile per macinare e frantumare
spezie, mandorle, pane, verdure sia cotte che crude, per ottenere
impalpabili polveri e omogenei passati; insomma l'arte del ben
pestare permetteva di assaporare tutto il profumo e l'aroma dei cibi.
Paioli di rame, tegami di coccio, spiedi e leccarde sono gli unici
attrezzi, oltre ai precedenti già citati, di cui l'addetto alla
cucina potesse far uso, e le varie cotture venivano eseguite o a
fiamma viva, o direttamente sulla brace in un angolo del camino. Non
c'è dunque da meravigliarsi se la pietanze del 1200 sapevano di fumo
e bruciato, poiché bisognerà attendere il Rinascimento perché i
fuochi diventino fornelli e la cucina evolva in piatti sempre pia
complessi, raffinati e ricercati.
Per condire, insaporire o friggere oltre 1' olio era molto usato lo
strutto, ottenuto sciogliendo a caldo il grasso suino.
Esistevano inoltre diverse varietà di formaggi; di derivazione
bovina e ovina erano più o meno stagionati. La cucina medioevale
era ricca di sapori e prodotti che venivano sapientemente
mischiati creando fantasiose e gustosissime associazioni. Non era
insolito l'agro dolce, il dolce-salato, la carne con la frutta, il
pesce con il miele. C'erano creme colorate e gelatine, zuppe
delicate, arrosti di selvaggina in crosta, canditi e persino lasagne
e tortelli.
La Preparazione
Grande importanza aveva nel Medioevo l'essiccazione dei cibi.
Era questo l'unico modo per conservare a lungo cibi altrimenti
deperibili in breve tempo , le spezie precedentemente citate avevano anche la
funzione di antisettici e conservanti naturali e venivano
dunque usate durante il processo di essiccazione. Ecco quindi
la presenza sulle tavole medioevali di molta frutta secca:
mandorle, noci, fichi, albicocche, uvetta, datteri (importati
da paesi esotici assieme alle spezie).
Veniva naturalmente essiccata la carne, ma anche il pesce, che
una volta speziati si conservavano sotto sale.
Non mancavano neppure le conserve di frutta (pesche, pere,
ecc.), o verdura (finocchi, rape, ecc.), realizzate con sistemi
molto simili a quelli odierni, nei quali aceto e olio o
bollitura con miele o zucchero garantiscono la commestibilità,
dei prodotti per, lungo periodo.
Gli Ingredienti
Una volta uscito dalla cucina il cibo finiva in tavola;
…………..sulla quale desinava il povero e banchettava il signore. Per quanto riguarda il primo,
…………..non essendoci sfortunatamente pervenuti documenti che ne descrivessero
le abitudini, possiamo solo intuire che il piatto forte in una
modesta casa fosse la zuppa, fatta di erbe selvatiche e granaglie
varie, le stesse che una volta frantumate, venivano impastate con
acqua e quindi cotte per ottenere delle scure quanto dure pagnotte.
Le vettovaglie non prevedevano posate, a parte un rudimentale
cucchiaio, la forchetta tra l'altro non era ancora in uso, e la
tovaglia era decisamente assente. Avveniva così che la zuppa si
sorbisse direttamente dalla ciotola, e che i cibi solidi fossero
accompagnati alla bocca con le mani.
MENU’
ZUPPA FARRO E CECI
SEYME’ DI VITELLO CON PANE CONTADINO
BISCOTTO DEL BENEDETTINO
LIQUORE FINOCCHIETTO
vino
Il visitatore consuma le pietanze preparate, rispettando un ricettario medievale, in cocci di terracotta che porterà a casa.

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