Abbazia territoriale Santissima Trinità di Cava de' Tirreni
abbazia territoriale Santissima Trinità di Cava de' Tirreni
Territorialis Abbatia Ssmae Trinitatis Cavensis
chiesa latina
abate Benedetto Maria Salvatore Chianetta
sede vacante
suffraganea di arcidiocesi di Salerno-Campagna-Acerno
Regione ecclesiastica Campania
Collocazione geografica Provincia ecclesiastica
diocesi suffraganee
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Coadiutore:
vicario:
provicario
generale:
ausiliari:
Vescovi emeriti:
parrocchie: 4
sacerdoti 2 secolari e 15 regolari
423 battezzati per sacerdote
21 religiosi 15 religiose 1 diaconi
7.200 abitanti in 10 km²
7.200 battezzati (100,0% del totale)
Eretta: 1394
rito: romano
cattedrale :
Santi patroni:
Via Morcaldi 5, 84010 Badia di Cava [Salerno], Italia
tel. 089.46.39.22 fax. 089.46.19.38
Dati dall'annuario pontificio 2005 * *
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L'Abbazia territoriale Santissima Trinità di Cava de' Tirreni (latino: Territorialis Abbatia Ssmae Trinitatis Cavensis) è una abbazia dei Monaci Benedettini in provincia di Salerno. Spesso è indicata semplicemente come Badia di Cava, così detta perché impiantata sotto una grotta. L'abbazia fu fondata nel XI secolo ed elevata ad abbazia territoriale nel 1394.
Sorge nell'amena cornice della valle metelliana, a circa tre chilometri dalla città di Cava de' Tirreni (della quale fu costituì il nucleo iniziale) ed a poca distanza dalla Costiera Amalfitana.
La diocesi comprende la città di Cava de' Tirreni. Il territorio è suddiviso in 4 parrocchie.
Storia [modifica]
1011: La fondazione da parte di Sant'Alferio [modifica]
Il fondatore della Badia di Cava fu San Alferio Pappacarbone, nobile salernitano di origine longobarda formatosi a Cluny, che nel 1011 si ritirò sotto la grande grotta Arsiccia per trascorrervi vita eremitica. La sua santità attrasse numerosi discepoli tanto da indurlo a costruire un piccolo monastero, il nucleo originale dell'odierna abbazia. Morì in età molto avanzata il 12 aprile 1050.
XI-XIII secolo: I Santi Abati [modifica]
I primi tre secoli di storia furono splendidi e si accompagnarono con la santità: i primi quattro abati sono stati riconosciuti santi dalla Chiesa (Alferio, Leone, Pietro e Costabile), altri otto beati (Simeone, Falcone, Marino, Benincasa, Pietro II, Balsamo, Leonardo, Leone II).
Tra di essi si distinse San Pietro I, nipote di Alferio, che ampliò notevolmente il monastero e fondò una potente congregazione monastica, l'Ordo Cavensis (Ordine di Cava), con centinaia di chiese e monasteri dipendenti sparsi in tutta l'Italia meridionale. In tal modo essa estese la sua influenza spirituale e temporale in tutto il Mezzogiorno d'Italia, grazie anche al favore dei principi salernitani che la fecero oggetto della loro benevolenza. Furono più di 3000 i monaci a cui San Pietro diede l'abito. Papa Urbano II, che lo aveva conosciuto a Cluny, nel 1092 visitò l'Abbazia e ne consacrò la basilica.
I principi e signori, oltre ad offrire feudi, beni e privilegi, donarono all'abbazia o la proprietà o il diritto di patronato su chiese e monasteri. I vescovi ambivano di avere nelle loro diocesi i Cavensi per il bene che vi operavano. I papi, oltre la conferma delle donazioni, concessero il privilegio dell'esenzione. In questo modo l'abate di Cava finì per avere una giurisdizione spirituale, dipendente solo dal Papa, sulle terre e sulle chiese di cui la Badia aveva la proprietà. Da parte sua Cava costituiva per i papi un caposaldo di cui potevano fidarsi pienamente, tanto da affidarle in custodia alcuni antipapi.
XIV-XV secolo: La decandenza con gli abati Commendatari [modifica]
Il XIV secolo rappresenta per Cava dei Tirreni un periodo di ripiegamento su sé stessa. È particolarmente curata la difesa e l'amministrazione dei beni temporali, sono prodotte splendide opere d'arte, ma l'incidenza dell'azione spirituale e sociale della badia, anche a causa dei rivolgimenti politici, diminuisce sensibilmente.
Nel 1394 papa Bonifacio IX conferì il titolo di Città a Cava, elevandola in pari tempo a diocesi autonoma, con un proprio vescovo, che doveva però risiedere alla Badia, la cui chiesa venne dichiarata cattedrale della nuova diocesi. Il monastero, inoltre, non doveva più essere governato da un abate ma da un priore e la comunità dei monaci formava il capitolo della cattedrale.
Un nuovo rivolgimento la Badia lo vive nel 1431 quando l'Abate Mons. Angelotto Fusco fu elevato alla dignità cardinalizia e volle comunque ritenere in commenda, percependone le rendite, l'abbazia e la diocesi cavense. Iniziò, così, il periodo degli abati commendatari che portarono l'abbazia ad una grande decadenza, governandola da lontano tramite fiduciari interessati soprattutto alla diocesi ed all'amministrazione dei beni temporali.
XV-XVIII secolo: la rinascita [modifica]
La situazione si risolse quando l'ultimo commendatario unì la Badia di Cava alla Congregazione di S. Giustina da Padova (detta poi Cassinese). La riforma poneva a capo della badia non più un vescovo o un cardinale ma abati temporanei che fecero rifiorire la disciplina monastica e il culto delle scienze e delle arti.
Nel corso dei secoli XVI-XVIII l'abbazia fu rinnovata anche architettonicamente. L'abate D. Giulio De Palma ricostruì la chiesa, il seminario, il noviziato, e varie altre parti del monastero, ma rimangono ancora cospicui elementi medievali. Importante l'archivio, con circa 15000 pergamene dall'VIII al XIX secolo e la biblioteca che raccoglie, tra l'altro, preziosi manoscritti e incunaboli.
XIX-XX secolo: le soppressioni [modifica]
La soppressione napoleonica, per merito dell'abate D. Carlo Mazzacane, passò senza arrecare gravi danni alla badia: 25 monaci rimasero a guardia dello Stabilimento (tale fu il titolo dato all'abbazia) e il Mazzacane ne fu il Direttore. La restaurazione, dopo la caduta di Napoleone, portò a un rinnovamento dello spirito religioso.
In seguito alla legge di soppressione (7 luglio 1867), la Badia fu dichiarata "Monumento Nazionale" e affidata in custodia pro tempore alla comunità monastica salvandosi, in questo modo, dalla rovina a cui andarono incontro tante altre illustri abbazie italiane.
Come Abbazia territoriale è stata ristrutturata dalla Santa Sede nel 1979: conserva la diocesi con 4 parrocchie e gestisce i santuari di Maria SS.Avvocata sopra Maiori, dell'Avvocatella in San Cesareo [1] e di San Vincenzo Ferreri in Dragonea.
Collegio e Scuola [modifica]
Nel 1867 fu istituito il Collegio "San Benedetto" e le scuole. Si cominciò con il Liceo Classico, pareggiato alle scuole governative nel 1894. A questo seguirono negli anni anche il Liceo Scientifico, le Medie Inferiori e le ultime classi delle Elementari.
Oltre ai collegiali, le scuole furono aperte a semiconvittori (studenti che pranzano e rimangono a studiare nel pomeriggio in appositi locali con l'aiuto di professori) ed esterni (frequentano solo le scuole). Dall'1985 la frequenza alle scuole è stata aperta anche alle studentesse.
I numerosi ex-alunni [2] che occupano con onore posti elevati nella vita politica, amministrativa e professionale, attestano i lusinghieri risultati raggiunti dal collegio e dalle scuole in oltre un secolo di attività.
Il collegio e le scuole hanno sofferto la crisi della scuola cattolica italiana e così, dopo quasi un secolo e mezzo di storia, nel 1992 è stata chiusa la scuola elementare, successivamente nel 1994 la scuola media, nel 2002 è stato chiuso il glorioso Collegio, il Liceo Classico nel 2003. Per ultimo nel 2005 è stato chiuso anche il Liceo Scientifico:
Scuola Elementare: 1894-1992
Scuola Media: 1894-1994
Liceo Classico: 1867-2003
Liceo Scientifico: 1969-2005
Tesori [modifica]
Durante i secoli della sua storia, l'abbazia si è arricchita di molte opere d'arte di epoche diverse: edifici, affreschi, mosaici, sarcofagi, sculture, quadri, codici miniati e oggetti preziosi. In particolare:
la Basilica, costruita nel XI secolo dall'abate S.Pietro e consacrate dal Papa Urbano II il 5 settembre 1092, fu completamente ricostruita nel XVIII secolo su disegno di Giovanni del Gaizo. Dell'antica basilica restano l'ambone cosmatesco del XII secolo e la Cappella dei SS. Padri, ristrutturata e rivestita di marmi policromi nel 1641
le Cappelle dell'antica basilica dei quali si segnala il paliotto marmoreo del XI secolo, le sculture di Tino di Camaino ed il pavimento in maiolica del XV secolo
il Chiostro del XIII secolo, situato sotto la roccia incombente, su colonnine binate di marmi vari con capitelli romanici e archi rialzati
la Sala del Capitolo Antico adiacente al Chiosto, gotica, del XIII secolo, accoglie sarcofagi ed affreschi di epoche diverse
il Cimitero longobardo, una cripta del XII secolo su colonne del IX-X secolo e pilastri cilindrici in muratura, di effetto assai suggestivo e la Cappella di S.Germano del 1280.
il Capitolo, una sala con elementi diversi: schienali lignei del 1540, affreschi alle pareti del 1642, pavimento in piastrelle maiolicate del 1777, soffitto del 1940 affrescato dal monaco don Raffaele Stramondo
Gli Abati [modifica]
1011-1050: San Alferio
1050-1079: San Leone
1079-1122: San Pietro
1122-1124: San Costabile
1124-1140: Beato Simeone
1140-1146: Beato Falcone
1146-1170: Beato Marino
1171-1194: Beato Benincasa
1195-1208: Beato Pietro II
1208-1232: Beato Balsamo
1232-1255: Beato Leonardo
...
1266-1295: Beato Leone II
...
1316-1331: Filippo De Haya
...
1342-1366: Maynerio
...
vescovi di Cava de’ Tirreni:
Giovanni d'Aragona
Oliverio Carafa
...
1512-1517 Crisostomo d'Alessandro
...
1528-1552 Gerolamo Guevara
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1549-1550 Pellegrino Dell'Erre
...
1588-1592 Vittorino Manso
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1630-1633 Giulio Vecchioni
...
1640-1642 Gregorio Lottieri
...
1647-1651 Giuseppe Lomellino
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1671-1677 Severino Boccia
...
1772-1778 Gaetano Dattilo
...
1781-1787 Raffaele Pasca
...
1793-1801 Tommaso Capomazza
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1801-1824 Carlo Mazzacane
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1844-1849 Pietro Candida
1849-1858 Onofrio Granata
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1878-1894 Michele Morcaldi
1894-1902 Benedetto Bonazzi
1902-1908 Silvano de Stefano
1910 - 1918 Angelo Maria Ettinger
1919 - 1928 Giuseppe Placido M. Nicolini nominato vescovo di Assisi
1929 - 1945 Ildefonso Rea eletto abate di Montecassino
1946 - 1956 Mauro De
करो